Rubrica: L'ABC... della Cinofilia
Kurzhaar: il più nobile ed elegante cane da ferma continentale.
L'uomo si è sbizzarrito nella creazione delle più disparate razze, con le lunghe frange o a pelo raso, veloci interrogatori del vento o poetici trottatori, ridotti nelle dimensioni o imponenti compagni di avventure, sino a decidersi per sua Maestà!
Marco Ragatzu
FotoGallery composta da 5 foto.L’uomo nel corso dei Secoli ha creato a suo piacimento numerose razze, alcune eleganti, altre forti, o rappresentate da soggetti eccelsi nella loro utilizzazione pratica, poi qualcuno ha deciso di raggruppare tutto in un solo “Tipo”, realizzando quel sogno che in molti hanno desiderato per tanto tempo. Lo volete apprezzare per l’ineguagliabile eleganza nelle sue movenze a lavoro, oppure nelle forme armoniche che caratterizzano il suo aspetto esteriore, o magari provare la forte emozione nell’ammirare la vera anima del predatore? Ecco, almeno una volta nella vita dovreste poter vivere gli intensi momenti dell’incomparabile Ars Venandi che soltanto il kurzhaar può manifestare ai vostri attoniti occhi. Sguardo fiero e sicuro, animo leale e forte, Amico tranquillo ma dal carattere sempre preparato a mostrarsi pronto a tutto quando chiamato in causa. Pacifico con i bambini con i quali si dimostra protettivo e capace di sopportare le più noiose richieste di gioco. Per quanto concerne poi i nostri fabbisogni, quelli del nobile cacciatore, colui che si indirizza a carnieri fatti di non sola quantità, ma realizzati in una spettacolarità che difficilmente trova eguali in altre tipologie di cani, (senza nulla togliere alle altre razze), ecco nascere il più nobile, affascinante, elegante, e terribilmente predatore, cane da ferma. In origine questa razza nasce per soddisfare richieste polivalenti, che andavano ben al di là delle attitudini del fermatore indirizzato alla selvaggina da penna, ma del resto questa è la scuola tedesca. Ecco intervenire l’allevamento italiano, e quello dell’ovest Europa, che, carpendo le ataviche qualità venatorie del cane da ferma tedesco a pelo corto, ne esalta l’eleganza nelle forme e nelle movenze, e ne magnifica la tendenza rivolta alla tipologia di caccia che viene praticata con il continentale da ferma. In tutta obiettività, nessuno appare come il kurzhaar negli atteggiamenti a contatto con il selvatico, e non mi riferisco alla decisione e alla palese volontà di predare, comune a molte altre razze, ma alla spettacolare classe, raffinatezza, distinzione, e signorilità, che egli è capace di mostrare in ogni occasione, terreno, e con qualsiasi selvatico. Le bellissime sciabolate al vento nelle tipiche filate prima di cadere in ferma, la palese potenza olfattiva che lo rende “rastrellatore” minuzioso dell’aria nelle lunghe distanze, l’eleganza nella guidata che conferma costantemente il collegamento con l’effluvio, e la gioia di collaborare fattivamente con colui che considera un compagno piuttosto che sentirsi subordinato. La Natura, (più che l’uomo), lo ha dotato di un grande coraggio, che rende questo prezioso e accurato ausiliare di caccia capace di affrontare le più difficili situazioni. L’allevamento nel nostro Paese riesce a produrre soggetti che vengono indirizzati alle più disparate discipline venatorie, con rilevante successo. In montagna a cotorne, nelle macchie più intricate alla ricerca della nobile Fata dei boschi, piuttosto che nelle umide paludi ad acquatici per i quali si dimostra anche ottimo riportatore e recuperatore, sino poi a dimostrare il suo massimo negli scenari che personalmente adoro e ritengo incomparabili: nelle ampie distese delle praterie dell’est Europa sfidando le meravigliose starne. L’ultimo dei kurzhaar che ho avuto il piacere di vivere era Britta, figlia di Katina e Eros di San Fiorano, e ne conservo un ricordo indelebile. In compagnia di Angelo ho trascorso la sua ultima stagione venatoria in Polonia, quella prima del crollo del “Muro”, quando ancora si trattava in marchi. Starne, tante da morire, spazi aperti a perdita d’occhio, un mare di selvaggina, ma Britta aveva nel cuore soltanto la nobile grigia, che aveva saputo interpretare, e con eleganza e concretezza riusciva a realizzare. Mi limitavo a esplodere fucilate soltanto ai branchi ben fermati, e riuscivo anche in tutta tranquillità a selezionare soggetti adulti, eppure a metà tournée avevo concluso la quota. Con le lacrime agli occhi ripenso al suo ultimo regalo, al tramonto della settimana di caccia che coincise con quello della sua esistenza accanto a me: in cammino sulla strada imbrecciata, fucili scarichi oramai a “macolla”, stanchi della giornata di caccia e fradici dell’acqua raccolta dal cielo, siamo oramai vicini alla vecchia opel astra. I bracchi accanto a noi tremanti seguono i nostri passi, emulando stanchezza ma anche soddisfazione dei risultati della giornata con evidenti sguardi che ho sempre avuto la presunzione di saper interpretare. Pochi metri prima dell’auto, quando oramai mi pensavo già nel lungo viaggio di rientro in Italia accompagnato dalla nostalgia che avrebbe dominato i giorni a venire, Britta si ferma e rivolge lo sguardo verso il terreno oltre la piccola fossa al limite della strada: alza la lunga canna nasale all’aria interrogando quasi un sogno, l’ultimo della sua vita. Mi rivolge lo sguardo quasi a chiedere consenso, “Dai, ancora una!”. Oltrepassa il dislivello e scompare nella poca luce che ancora il tramonto poteva infondere. Non esitai visto il ritardo nel rientrare, sapevo che non faceva mai nulla di gratuito, e seguii la direzione che l’aveva portata fuori vista nel crepuscolo. A poche decine di metri, malgrado la poca luce, non ebbi difficoltà ad individuare la chiara sagoma del suo tronco roano chiaro, ferma ad aspettare che la raggiungessi. Accanto a me guidò alcuni passi nel coltrato, sino a quando si udì il fragoroso frullo del branco avanti a noi, quasi invisibile. Esplosi la fucilata nella semioscurità senza la presunzione di mettere a segno il colpo, e seguendo con lo sguardo lei che si precipitava all’inseguimento. Restai a bocca aperta quando scodinzolando rientrò ai miei piedi con la starna tra le labbra. Non dimenticherò mai lo sguardo complice e di soddisfazione che mi rivolse in quell’istante. Fu l’ultima volta, ed il mio ultimo kurzhaar. Molti di voi si riconosceranno in quel giovane cacciatore che ha avuto la possibilità di vivere tali stupende emozioni con un fedele compagno di avventure, ed è proprio grazie a tutto ciò che potremo sempre godere della beltà, del romanticismo, e dei preziosi frutti che questa razza riesce a regalare, senza mai nulla chiedere se non il nostro Amore.
12 Gennaio 2008
Razze collegate:
| Bracco tedesco a pelo corto (Kurzhaar) |