Rubrica: Pop Art e Pet Art
"Il Re dei gatti", così si definì Balthus...
Le adolescenti ambigue e i calmi gatti di Balthus
Adriana Silvestro
FotoGallery composta da 15 foto.
Pablo Picasso fu tra i primi ad acquistare alcune opere di Balthus, intuendo forse quanto mistero fosse racchiuso in una pittura così volutamente "tradizionale" e realistica. Anche se "magicamente" realistica.
I primi disegni di gatti di Balthus risalgono a quando l'artista aveva 13 anni e furono pubblicati con una prefazione scritta da Rainer Maria Rilke. Questa serie di disegni racconta la storia del suo primo gatto, Mitsou, il cui "fantasma" probabilmente è presente in tutti i dipinti successivi, celato sotto il pelo di altri gatti... Altri gatti, altri gatti...
Balthus impiegava anche anni a realizzare un quadro e amava ripetere lo stesso tema fino all'esasperazione, come nella serie "Il gatto allo specchio" e nei molti ritratti delle sue ambigue modelle adolescenti. Ambigue perché indossano una giovanissima età, gonneline a pieghe e calzini corti (che le renderebbero "innocenti"), ma ostentano poi una evidente e sfrontata perversità. Le loro pose, risultanti da gesti bloccati, sembrano sospendere il fluire del tempo. Sono, per così dire, "movimenti paralizzati": non si sa di quali avvenimenti siano conseguenza o se siano premessa ad altro. Balthus definì un quadro "un tempo strappato al disastro del tempo che passa."
E i gatti? I gatti sono Balthus, la sua firma, il suo alter ego. Fu lui stesso ad autoproclamarsi "Il Re dei gatti" (l'autoritratto del "Re" è fra le immagini). Questi piccoli felini sono i testimoni delle fanciulle che si specchiano alla ricerca di sè. Le osservano, da un angolo, allo stesso modo del pittore. E a lui prestano il loro sembiante e, probabilmente, anche la loro natura, o gli aspetti di questa che lui voleva cogliere: calma, silenzio, assenza di preoccupazione, libertà. I gatti non accrescono l'ambiguità dei suoi dipinti, come ci si aspetterebbe da questa creatura ritenuta da secoli "misteriosa". A noi sembra che, nelle tele di Balthus, in realtà l'attenuino. C'è lentezza e morbidezza, in loro. Curiosità, innocente stupore e, addirittura, comicità.
Può anche accadere che i suoi gatti si girino verso di noi, "gli spettatori", come quello della tela "Il salone", che è solo una statuina completamente bianca, immobile. Sembra quasi giustapposto all'ambiente, come se fungesse da "guardiano" delle due adolescenti, distratte. E' quello che maggiormente ci appare come un sigillo dell'autore.
Balthus disse della sua pittura:
"Un quadro o una preghiera sono la stessa cosa: un'innocenza finalmente raggiunta, un tempo strappato al disastro del tempo che passa. Un'immortalità catturata. Ho la fama di fare un quadro in una decina di anni. So quando è finito. Cioè quando è compiuto. Quando più nessun tocco, nessuna traccia di colore verranno a correggere il mondo finalmente raggiunto, lo spazio segreto finalmente percepito. Fine della lunga preghiera proferita in silenzio nell'atelier. Fine della contemplazione silenziosa. Si è conseguita un'idea di bellezza."
2 Maggio 2008