L' irruenza
Agire fin da cuccioli per risolvere il problema!
pubblicato
Mercoledì ,
29 Aprile 2009 alle ore
16:10 in
Comportamento
a cura di Francesco Caricato
Spesso un cane iperattivo viene guardato con occhio ammirevole perché capace di giocare fino allo sfinimento e non stare mai fermo.
Si interessa a tutto quello che lo circonda e sembra impossibile concentrare la sua attenzione nell’apprendimento di un esercizio, per esempio se state cercando di insegnare il richiamo mentre lui sta frugando tra le foglie, non verrà qualunque cosa facciate.
Tutti gli avvenimenti hanno pari importanza per lui, e lo sollecitano nello stesso modo.
Lo stesso vale per l’apprendimento della pulizia: quando portate un cane iperattivo a spasso è talmente stimolato da tutto quello che avviene all’esterno che dimentica di fare i suoi bisogni. Viene spesso classificato un cane “sporco” perché orina e defeca in casa, ma in realtà quest’ultima coincide semplicemente con un ambiente meno stimolante del parco.
Infine può risultare un cane pericoloso perché non ha un controllo totale su i suoi movimenti: quando gioca dà zampate, morde e così via.
Con il crescere le cose si complicano: spicca dei salti di cui non controlla la forza, mordicchia le mani di chi lo circonda senza rendersi conto della pressione esercitata, cerca di afferrare tutto quello che si muove.
In pratica, è in uno stato di perenne sovraeccitazione.
Si possono distinguere due casi principali:
Il primo stadio, in cui si osserva solo questo stato di iperattività e ipersensibilità, si tratta di cani difficili, ma che dormono e hanno periodi di calma.
Il secondo stadio, molto frequente, in cui si trova questo stesso quadro clinico estremamente violento accompagnato in più da un assenza di sonno.
Questi sono soggetti che arrivano a dormire da tre a sei ore su ventiquattro, sono capacissimi di saltare sul letto del padrone nel cuore della notte portando un gioco tra i denti per incitarlo a giocare.
Questo comportamento è caratterizzato inoltre dalla mancanza di sazietà: il cane cioè mangia finchè ha cibo a disposizione, ingoia di tutto, non si tratta di una forma di bulimia ma bensì di “iperfagia”.
Non si manifesta in lui il segnale che l’induce a smettere, mentre il bulimico mangia e si placa. La sindrome da ipersensibilità-iperattività deriva dall’incapacità di interrompere un comportamento anche quando ha già sortito il risultato voluto, come se in loro non esistesse il segnale di “STOP”.
Questi cani danno problemi molto seri ai loro proprietari soprattutto se parliamo di cani di grossa mole.
Da una parte si cerca, grazie ai farmaci, di stimolare certe strutture cerebrali che intervengono nel controllo della motricità: non gli vengono somministrati sedativi, che lo intontirebbero, ma prodotti che, al contrario, contribuiscono a stimolare la capacità di controllo dei movimenti. Tale trattamento costituisce la prima fase della cura dei sintomi dell’iperattività: si aiuta in questo modo il cane a prestare più attenzione alla gestualità del suo proprietario; bisogna che impari a concentrarsi su quello che fa il padrone, anche se un lasso di tempo breve.
Quando il cane comincia a fare progressi, si può iniziare la terapia che permetterà di risolvere la mancanza di autocontrollo. Si tratta come ovvio, di un lavoro lungo che comporta una disponibilità non solo in termini di tempo, quanto di impegno; a questo proposito è molto importante che la persona decisa a intraprenderlo ne sia consapevole, perché nessun altro potrà farlo al suo posto.
Non sarà il veterinario a effettuare la terapia: questi prescriverà i farmaci e imposterà la cura tenendone sotto controllo lo svolgimento. L’obbiettivo è far autogestire il cane; purtroppo i cani vengono trattati troppo tardi, quando hanno raggiunto la pubertà o l’età adulta, e questo impedisce di utilizzare i metodi impiegati dalla madre quando alleva i cuccioli, per esempio schiacciare a terra i cuccioli. Bisogna far capire al cane che solo quando pratica l’autocontrollo riesce a funzionare correttamente all’interno del branco. Per ottenere ciò si ricorre spesso al gioco, ad esempio, provocando il cane con una pallina o un bastone, e lo si lancia: il cane si precipita verso l’oggetto afferrandolo fra i denti. Prima di essere sottoposto al trattamento è incapace di mollare la presa perché più è eccitato, più stringe. Il trucco consiste nell’ignorarlo completamente finche tiene stretto l’oggetto in questione. Eviterete di afferrare o tirare il gioco, fingete totale indifferenza senza neppure guardare il cane. Dal momento che il gioco l’ha eccitato verrà a incitarvi con dei piccoli colpi con il musetto, con la zampa, e si metterà ad abbaiare; imperturbabili, farete finta di non vederlo neppure.
Nel momento in cui smetterete di interagire con lui il gioco cesserà di avere importanza e lo lascerà cadere.
A quel punto impossessatevi dell’oggetto dimostrandogli grande interesse, e attirerete in questo modo l’attenzione del cane. Lanciateglielo nuovamente e continuate in questo modo, ricordandovi che finché il cane non lascia l’oggetto dovete disinteressarvene.
Questo esercizio che può sembrare semplice, metterà a dura prova la pazienza del proprietario che durante le prime fasi dell’esercizio crederà che il suo cane non capisca nulla.
Poi arriva un momento in cui, vedrete un cambiamento. In questo modo avrete la possibilità di insegnare al cane l’autocontrollo per vincere lo stato di eccitazione e lasciare cadere la palla. Si può presentare la situazione in cui il cane stimolato a rincorrere la palla cominci a intraprendere una furibonda corsa in tutte le direzioni perdendo di vista l’obbiettivo (palla), in questi casi non bisogna assolutamente incitarlo con la voce incoraggiandolo a correre ancora di più pensando erroneamente che il cane si stia sfogando, ma dovremo ignorarlo, voltargli le spalle e fingere di andarcene.
Lo stesso comportamento va tenuto ogni volta che cercate di stabilire un contatto con l’animale chiamandolo lui reagisce cominciando a correre all’impazzata, ignoratelo.
Appena si sarà calmato e magari si siede a pensare a come fare per attirare la vostra attenzione, interessatevi a lui rivolgendogli parole con una tonalità tranquilla e rilassata. Dovrete valorizzare tutte le situazioni di calma del cane e ignorare quelle di agitazione.
Tali trattamenti sono efficaci quanto prima si comincia a lavorare sul cane ricordando che per cani di grossa mole è ancora più importante agire prima possibile. Ricordatevi di chiedere sempre l’aiuto di esperti nella materia che dovranno affiancarvi per tutto il tempo.