Il No
Dobbiamo bloccare effettivamente la sua azione!
pubblicato
Lunedì ,
27 Aprile 2009 alle ore
14:44 in
Convivenza
a cura di Michele Caricato
Il No è una parolina magica che ci permette di gestire e guidare il cane in quasi tutte le situazioni.
Il mancato apprendimento di questo comando fa del nostro amico una mina vagante pronta a combinare guai e fare danni.
Di norma viene abbastanza naturale far comprendere cosa intendiamo quando gli diciamo “No” perchè spesso lo accompagnamo con un tono che va dall’infastidito al completamente adirato, dall’arrabbiato al fuori di testa.
Quello che però sovente ci accade è che il cane cominci a prendere sempre meno sul serio questa chiara indicazione fino a considerarla come un comando optional.
Cerchiamo di capire perchè il nostro amico alcune volte fa fatica a rispondere a questo comando: il primo fattore è che, normalmente, gli si blocca un’azione che lui ha intenzione di compiere e che probabilmente risulta per lui molto stimolante e divertente.
Il secondo elemento è il mancato collegamento del comando alla nostra capacità effettiva di bloccare la sua azione.
Il cane non ci mette molto a comprendere che, nonostante esprimiamo la nostra disapprovazione lui, volendo, riesce ad andare avanti e finire ciò che aveva cominciato.
E proprio da questo concetto possiamo partire per comprendere quali sono gli atteggiamenti corretti utili a ben spiegare il significato del nostro comando.
Il mio consiglio, fondamentale le prime volte, è di metterci sempre nelle condizioni di poter impedire realmente al cane di portare a termine la sua azione, per esempio: se gli diciamo “NO” mentre rosicchia la nostra ciabatta sarà utile che siamo vicino a lui quando glielo diciamo in modo da mostrargli il disappunto praticamente (gliela portiamo via).
Se non vogliamo che esca dal cancello aperto è comprensibilmente inutile che glielo si chieda sporgendosi dalla finestra intanto che giriamo il sugo!
Dobbiamo, inizialmente, essere fisicamente davanti al cancello e frapporci tra lui e la via di fuga. E così via.
Secondo stimolo dovà essere dato dall’aspetto positivo nel rispettare le nostre “disposizioni”: se lascia la ciabatta o se si blocca mentre sta scappando dovrà ricevere subito un premio, nel primo caso potrebbe essere un gioco alternativo da mordere, nel secondo qualcosa di buono da mangiare.
L’ultimo consiglio è di utilizzare, per controllare l’iniziativa del cane, il guinzaglio o una corda lunga nel caso non siamo sicuri di poter gestire il cane.